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SHEKELESH
La storia dei Siculi è indubbiamente legata alle radici di popolo pre-indoeuropeo o proto-indoeuropeo; nel mio video e in vari altri link, ho tracciato il percorso dalla loro terra di origine e fino a quando giunsero in Italia (Mehrgarh, Mar Nero, Cultura dei Cucuteni, Cultura Vucedol, Cultura Appenninica).
Di fatto, possiamo individuare due fasi distinte in cui i Siculi dettero un impulso decisivo alla crescita culturale nella nostra penisola:
una prima fase ha interessato il periodo che va dal 1800 al 1200 a.C. in cui si diffusero portando cultura e progresso;
una seconda fase è individuabile nel periodo 1200/800 a.C. (che coincide con la grande crisi climatica del XIII secolo a.C.): i Siculi, indicati dagli Egizi con il nome di Shekelesh, partirono per l’oriente per razziare le scorte di grano Egizie (1208 a.C.), per poi ripresentarsi 25 anni dopo e saccheggiare le ricchezze Greche, Cananee, Ittite. (1185 a.C.)
Al termine di questa seconda fase, si determinò un nuovo equilibrio sia in Anatolia sia in Egitto, stabilità che si mantenne per 400 anni fino all’arrivo di nuovi popoli guerrieri (quasi certamente i Cimmeri) che invasero l’Anatolia costringendo i popoli fratelli che vi si erano stabiliti, a una precipitosa fuga.
Questi popoli dovettero raccogliere in fretta ogni loro bene, compresi i tantissimi animali domestici, e imbarcarsi sulle loro insuperabili navi salpando dalle coste Anatoliche verso i lontani territori italici, patria dei Siculi.
Shekelesh, Etruschi, Shardana, Liburni e forse anche i Veneti, furono quei popoli che, partiti dall’Anatolia, ritroveremo in vari territori italici dove diffusero la loro nuova e più progredita cultura.
Dalla fusione degli ormai autoctoni Siculi d’Italia con questi fratelli provenienti da oriente, nacquero nuove entità che assunsero diversi nomi in base alla regione in cui s’insediarono.
Solo un secolo più tardi comparvero in Italia i Fenici e i Greci.(2017. Claudio D’Angelo)
“Io sono figlio della valorosa semenza del dio eroe dalla grande forza, re del Sud e del Nord”. (“Poema dell’anno XI” del Regno di Ramses III).
Approfondiamo questa traccia… Anche un solo tassello in più -una ipotesi-una intuizione. Restando concentrati sul cruciale secolo XII a.C. -Senza perdere tempo. Ci proviamo?.
Il “Poema dell’anno XI” del Regno di Ramses III ci descrive una guerra contro MOLTITUDINI impoverite in tutto il “Grande Verde” – lo spazio mediterraneo- a causa -supponiamo- della pax hittito-aegiptiaca, e della “carestia generale” del XII secolo a.C. determinata forse da mutamenti climatici (catastrofici sull’agricoltura). I “popoli del mare” attaccarono nuovamente l’Egitto.
I Siculi-Sekles-dall’unica fonte disponibile- erano parte della coalizione.
“Ascoltatemi in tutto il paese, tutti coloro che sono in vita, le giovani generazioni e gli onorevoli anziani del Paese divino. Io sono figlio della valorosa semenza del dio eroe dalla grande forza, re del Sud e del Nord”.
“Io ho sconfitto quei paesi stranieri che hanno violato i miei confini, come compete a chi come re è posto sul trono di Atum. Nessun paese nemico è nei miei pressi e sono sicuro di fronte ad essi come un toro dalle corna aguzze”.
“Io ho ricacciato i Nove Archi che calpestavano l’Egitto il ricordo del mio nome genera terrore in quei loro paesi. Io ho atterrato i Tekker, le terre dei Peleset, i Danau, gli Uashasha, i Sekles, e tolto la vita ai Meswes (…) Ho portato in alto il capo chino dell’Egitto”.
@2002. Archivio dell’Istituto TERRAELIBERAZIONE.
(Atti conferenza del 14 gennaio 2002-F.Carubia-M.Di Mauro: “La Sicilia e i Siciliani nel Mediterraneo al tempo dei Faraoni”).
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